Congresso internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della Conversione

Roma 15-20 settembre 1986

 

PROLUSIONE

DI P. AGOSTINO TRAPÈ

PRESIDE DELL'ISTITUTO PATRISTICO

 

Eminenze, Signori Ministri, Egregi Professori.

 

Mi associo di gran cuore ai saluti e ai ringraziamenti espressi or ora dal Rev.mo P. Martin Nolan, Priore Generale dell'Ordine di S. Agostino e Moderatore di questo Istituto. Se prendo la parola è solo per illustrare a nome del comitato organizzativo alcuni punti interessanti il nostro Congresso, due sopratutto: il perché di esso e le sue speranze. Per essere breve consentitemi di essere schematico.

 

A. Il perché di questo Congresso:

 

È presto detto. E stato organizzato come un omaggio, un invito, un confronto, un rilancio.

 

1. Un omaggio a Sant'Agostino nel sedicesimo centenario della sua conversione. L'Istituto Patristico, che porta il suo nome e si occupa dello studio dei Padri, non poteva restare indifferente al ricorso centenario di una circostanza che ha esercitato un influsso decisivo sulla persona e l'opera del più grande di essi.

La conversione ha fatto di Agostino tutto ciò che è stato ed è nella storia: filosofo, teologo, mistico, pastore, oratore, scrittore, poeta; maestro delle generazioni future, espressione e simbolo della difesa intrepida della fede e costruttore appassionato della cultura cristiana.

Inutile chiedersi che cosa sarebbe stato Agostino se non si fosse convertito. Forse presidente di un tribunale, forse governatore di una provincia dell'Impero. Difatti egli aspettava prima di rinunciare ad ogni speranza terrena, una promozione, un « praesidatus », come egli dice (Conf. VI, 11, 19), o ufficio di preside, appunto di un tribunale o di una provincia. È vero, egli era uno scrittore di razza, ma avrebbe avuto tempo di scrivere? In ogni modo sarebbe stato tutto fuorché quel che è stato.

Scrive il Santo Padre nella Lettera Apostolica «AugustinumHipponensem» che la conversione è «un'occasione propizia per ricordare che il convertito divenuto vescovo, fu un modello fulgido di pastore, un difensore intrepido della fede ortodossa.., un costruttore geniale della filosofia.., cristiana, un promotore indefesso della perfezione spirituale e religiosa» (Oss. Rom. 27.8.86, p. 1).

Ricordando dunque la conversione, il nostro Congresso vuol ricordare la figura e la personalità tutt'intera del grande convertito. Il nostro Istituto non poteva esimersi da questo omaggio.

Siamo stati i primi ad annunciare un Congresso, e siamo i primi a celebrarlo, ma non siamo restati soli. Altri ne sono stati annunziati altrove in Italia, in Europa, nelle Americhe. Meglio così. Segno di stima verso S. Agostino e auspicio di studi impegnati.

 

2. Un invito. Siè pensato, cioè che il modo migliore di rendere omaggio ad Agostino era quello di invitare gli studiosi di tutto il mondo che, senza distinzione di fede e di cultura, s'interessano a questo genio del cristianesimo chiamato dal Papa nella ricordata Lettera Apostolica « Padre comune dell'Europa cristiana », affinché dessero il loro contributo di erudizione e di pensiero per illustrare la personalità del Vescovo d'Ippona.

Che l'invito non sia caduto nel vuoto lo dice la vostra così varia e così numerosa presenza, egregi Professori, di cui il comitato organizzatore è sommamente lieto e grato.

Affinché, poi, ognuno avesse avuto agio di esporre i frutti dei propri studi, l'argomento è stato formulato in modo molto ampio: Agostino e la sua eredità.

Non già che negli ultimi anni non si sia scritto molto su Sant'Agostino, ma sarebbe un errore credere che si sia detto tutto o che tutto sia stato detto bene. C'è ancora molto posto per tirare le somme di ricerche già fatte, per indicare eventuali vie nuove di ricerca e per tentare una sintesi là dove le ricerche hanno approdato solo ad analisi che qualche volta - per non dire spesso - si sono rivelate settoriali.

 

3. Un confronto. L'invito mirava ad un confronto. Voi che avete accolto il primo, vorrete attuare con entusiasmo anche il secondo. Per questo confronto nulla di più adatto che un congresso. Gli organizzatori hanno fatto il possibile per mettere a vostra disposizione tempo sufficiente.

Penso a un confronto sui problemi cruciali del pensiero agostiniano e del pensiero umano: i problemi dell'essere, del conoscere, dell'amare; della libertà, della storia, della ragione e della fede, dell'escatologia ed anche, perché no?, della politica.

 

4. Un rilancio. Dal confronto nasce o, nei propositi degli organizzatori, dovrebbe nascere il rilancio. Non già degli studi agostiniani che in questi ultimi anni non sono mai mancati, anzi si sono moltiplicati in maniera ingombrante - e qui il Padre Madec, che dura fatica a recensirli nel noto BulletinAugustinien, ne sa qualcosa - ma un rilancio d'un metodo che non è nuovo ma che ha bisogno di essere rinnovato, quello di studiare pazientemente tutto Sant'Agostino prima di scrivere, voglio dire, tutto ciò che ha scritto su un determinato argomento e, dove gli aspetti del suo insegnamento sono diversi, concordarlo con se stesso, scoprendo e mostrando la sintesi che egli ha fatto.

Molte volte invece questo metodo di buon senso non è tenuto in conto. Nascono in questo modo opere di frettolosa e disinformata divulgazione che sarebbe meglio non divulgare, oppure opere di ricerca che, insistendo su un solo aspetto della dottrina agostiniana, ne dimenticano o ne trascurano altri e finiscono per deformare l'insieme. Dobbiamo essere grati al Santo Padre che nella recente Lettera Apostolica « AUGUSTINUM HIPPONENSEM» ci ha richiamato a questo metodo di sintesi che il nostro Congresso vorrebbe veder rilanciato. Ha esposto infatti il pensiero di Agostino dottore sulla linea di alcuni grandi binomi che lo compongono e lo esprimono: fede e ragione, Dio e l'uomo, Cristo e la Chiesa, libertà e grazia, ecc.

 

B. Le speranze del Congresso

 

Ma lasciate che io dica una parola sulle speranze del Congresso. Sono molte. Principalmente queste: che esso, insieme agli altri che si celebreranno in quest'anno centenario, sia di stimolo: 1. a riconoscere la vera originalità di Sant'Agostino; 2. ad ascoltarne con attenzione il messaggio che invia a noi uomini protesi ormai verso il 2000.

L'originalità di Agostino è quella della sua fede che egli vuole illustrare, approfondire, difendere. Perciò ama essere letto nella assemblea ecclesiale da coloro che  vogliono capire e non da avversari che amano accusare. Ma è sempre pronto a rendere ragione della sua fede ai suoi avversari, sempre pronto a riconoscere i suoi errori anche ad opera loro (De d. persev. 24, 68).

Il suo messaggio si compone dei grandi ideali per i quali visse e lavorò indefessamente. Ne ricordo alcuni:

1. Quello dell'amore per la verità da cui fu sempre tormentato. Ad esso andava congiunto quello della verità dell'amore, cioè della pienezza e totalità dell'amore cui aspirò sempre con tutte le fibre dell'anima;

2. Quello dell'unità per cui lavorò anche a rischio della vita per tanti anni, convinto che Dio ha posto la verità nella cattedra dell'unità (Ep. 105, 16);

3. Quello della pace, bene supremo della città terrena, da conseguirsi pace non bello, con la pace non con la guerra;

4. Quello del dialogo ecumenico di cui espose il grande principio: discutere « con santa umiltà, con pace cattolica, con carità cristiana» (De bapt. IV, 24, 31);

5. Finalmente, per terminare, quello della socialità, fondato appunto sull'amore « sociale » - la parola è sua - che vince il nefasto amore « privato » - anche questa parola è sua - e porta a scoprire il fondo comune della natura umana, poiché, « nessuno - dice Agostino - è più sociale dell'uomo per natura, come nessuno è più antisociale di lui per vizio» (De civ. Dei XII, 28).Occorre ritrovare la vera natura dell'uomo che unisce e supera i vizi che dividono.

 

Se il Congresso ci aiuterà a sentire questa voce amica che viene da lontano ed è tanto vicina, ha raggiunto il suo scopo e avrà reso un servizio agli uomini del 2000.

Non mi resta che pregare il Padre Madec a prendere la parola per la prolusione che vuole essere uno sguardo retrospettivo per preparare quello profetico. Non presento il P. Madec perché non c'è chi non lo conosca almeno attraverso quel pesante ma utilissimo lavoro di presentazione degli studi agostiniani nel benemerito BulletinAugustinien.

 

 

CRONACA DEL CONGRESSO

 

L'Istituto Patristico Augustinianum di Roma, nell'ambito delle celebrazioni promosse dall'Ordine Agostiniano in occasione del XVI centenario della conversione di s. Agostino (386-1986, conversione avvenuta nell'estate del 386 a Milano, seguita dal battesimo nella primavera del 387), voleva promuovere un congresso internazionale su S. Agostino. A tale scopo tra il 1983 e 1984 si presero contatti con alcuni tra i maggiori studiosi di S. Agostino, costituendo un comitato organizzativo, con sede in Roma presso il medesimo Istituto, ed uno scientifico composto di membri di varie nazionalità. I membri di quest'ultimo erano tutti i professori dell'Augustinianum ed altri di differenti Università, in particolare: Saturnino Alvarez Turienzo (Salamanca, Spagna), Franco Bolgiani (Torino, Italia), Gerald Bonner (Durham, Gran Bretagna), Vernon J. Bourke (Kirkwood, U.S.A.), Manuel C. Díaz (Compostela, Spagna), Ernest Fortin (Boston, U.S.A.), William H. C. Frend (Glasgow, Gran Bretagna), Claude Lepelley (Paris, Francia), GoulvenMadec (Paris, Francia), André Mandouze (Paris, Francia), Robert Markus (Nottingham, Gran Bretagna), Cornelius Mayer (Giessen, Germania Fed.), John Meyendorff (Crestwood, U.S.A.), Gerard O'Daly (AugustinusLexikon, Germania), John O'Meara (Dublin, Irlanda), José OrozReta (Salamanca, Spagna), Jean Pépin (Paris, Francia), Charles Pietri (ÉcoleFrançaise, Roma, Italia), Luigi F. Pizzolato (Milano, Italia), Alfred Schindler (Bern, Svizzera), TarcisiusvanBavel (Louvain, Belgio), Pierre-PatrickVerbraken (Maredsous, Belgio), Luc Verheijen (Paris, Francia), Otto Wermelinger (Fribourg, Svizzera), OesterreichischeAkademiederWissenschaften (Wien, Austria).

Nella primavera del 1984 venne inviata una prima circolare invitando gli studiosi interessati a far pervenire alla segreteria del Congresso i titoli di relazioni (di trenta minuti circa) o di comunicazioni (di quindici minuti circa), da proporsi ai lavori congressuali, secondo un programma suddiviso in quattro sezioni: 1) Elementi culturali e spirituali del cammino di Agostino verso il cristianesimo cattolico; 2) Argomenti di carattere storico e filologico; 3) Aspetti filosofici e teologici del pensiero agostiniano; 4) Eredità agostiniana: spiritualità; la Riforma; le Chiese orientali; il mondo moderno e le culture contemporanee. A giugno del 1985 venne inviata una seconda circolare; agli inizi del 1986 l'elenco completo di quanti si erano prenotati a parlare; infine agli inizi dell'estate il programma completo e dettagliato dello svolgimento dei lavori del Congresso, al quale si erano iscritte a parlare circa 160 persone.

La giornata dell'inaugurazione del Congresso, avvenuta il 15 settembre 1986, venne caratterizzata da due momenti particolari. In mattinata una folta delegazione dei congressisti veniva ricevuta al palazzo del Quirinale da Francesco Cossiga, presidente della Repubblica Italiana, impossibilitato a partecipare direttamente ai lavori. L'attenzione del Presidente italiano al Congresso internazionale su S. Agostino era motivata oltre che dall'avvenimento culturale in sé anche dal fatto che la Sardegna, luogo di origine di Francesco Cossiga, accolse per un certo periodo le spoglie mortali di S. Agostino che ora riposano a Pavia nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro.

Nel pomeriggio, alle ore 16,30, si ebbe l'apertura ufficiale dei lavori congressuali nell'auditorium dell'Istituto Patristico Augustinianum. Il Rev.mo P. Martin Nolan, Superiore Generale dell'Ordine Agostiniano e Moderatore del medesimo Istituto, diede ai congressisti il saluto di benvenuto; quindi il p. Agostino Trapè, preside dell'Augustinianum, illustrò, a nome del comitato organizzativo, gli intenti culturali e spirituali di una iniziativa di così vasta portata internazionale, che aveva raccolto oltre 300 studiosi di tutto il mondo, di differenti confessioni religiose e culture, interessate alla personalità e al pensiero di Agostino d'Ippona. Seguì poi la prolusione ai lavori di GoulvenMadec, segretario dell'InstitutdesÉtudesAugustiniennes di Parigi, dal titolo: «D'un Congrès à l'autre: de 1954 à 1986». Poiché il Congresso di Roma si riallaccia idealmente a quello di Parigi del 1954 (celebrato in occasione del XV centenario della nascita di Agostino), Madec intese fare il punto sul cammino degli studi su S. Agostino dal 1954 in poi. La serata terminava con un cocktail offerto a tutti i presenti.

Il giorno 16 settembre si entrava nel vivo dei lavori congressuali: al mattino con le relazioni generali svolte nell'auditorium; di pomeriggio nelle sezioni di studio.

Alla fine dei lavori del mattino del 17 settembre Sua Santità Giovanni Paolo II fece visita ai partecipanti al Congresso. Accolto dal Rev.mo P. Martin Nolan (superiore generale dell'Ordine Agostiniano e moderatore dell'Augustinianum), dal preside A. Trapè unitamente alle autorità accademiche dell'Istituto, dal card. Joseph Ratzinger e da un auditorium gremito, il Papa, congratulandosi con lo svolgimento dei lavori e facendo riferimento alla sua lettera apostolica per il XVI centenario della conversione di S. Agostino, AugustinumHipponensem, pronunciava un discorso di grande spessore spirituale e culturale. Impartita la benedizione apostolica, il Pontefice si intrattenne poi cordialmente con i congressisti. Tra le personalità presenti, oltre il card. Joseph Ratzinger, c'erano il card. Ugo Poletti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vicario di Giovanni Paolo Il per la diocesi di Roma, i vescovi Jacques Martin, Pietro Canisio Van Lierde, rappresentanti del mondo culturale delle università pontificie e civili, rappresentanti della stampa italiana e estera, il prof. Mario Agnes, direttore dell'OsservatoreRomano.

Giovedì pomeriggio, 18 settembre, i congressisti si recarono in visita ad Ostia Antica (una visita guidata organizzata dalla Courtial International), luogo dell'estasi di Agostino e di Monica, e dove Monica morì nell'estate del 387 nel suo viaggio di ritorno in Africa. Oltre agli scavi dell'antica città portuale di Roma i congressisti ammirarono la chiesa di S. Aurea, nelle cui vicinanze era stata sepolta la madre di Agostino. La serata terminava con una cena offerta dall'organizzazione del Congresso.

Il Congresso Internazionale di studi su S. Agostino terminava i suoi lavori accademici di ricerca e di confronto sul pensiero e sull'eredità agostiniana, sabato 20 settembre, dopo la sessione plenaria del mattino in cui intervennero gli ultimi quattro relatori e presero la parola per un giudizio conclusivo diversi presenti. Il prof. A. Mandouze auspicò a tutti i presenti di potersi ritrovare tra dieci anni, in occasione dell'elezione di Agostino a vescovo, in una traiettoria ideale dal 1954 al 1966: Augustinusmagister (1954), Augustinusconversus (1986), Augustinusminister (1996).

I ringraziamenti e i saluti del p. Martin Nolan e del p. Agostino Trapè ai congressisti, al comitato scientifico e al comitato organizzativo, in particolare all'opera di coordinazione svolta dal p. Angelo DiBerardino, chiudevano la mattinata. Nel pomeriggio venne offerto, ai partecipanti al Congresso internazionale su S. Agostino ancora presenti a Roma, un Concerto musicale da parte dell'Associazione Romana Intermusica.

 

 

Sant'Agostino e gli uomini d'oggi

Dichiarazione di padre Agostino Trapè, preside dell'Istituto Patristico "Augustinianum"

 

Il pensiero di sant'Agostino è stato ampiamente approfondito e passato in rassegna nel corso di questa settimana, dai trecento partecipanti specialisti della materia giunti a Roma da ogni continente per il Congresso indetto nel sedicesimo Centenario della Conversione del vescovo d'Ippona. Ma cosa può ancora dire Sant'Agostino agli uomini d'oggi? Lo abbiamo chiesto, a lavori conclusi, a uno dei più profondi conoscitori del grande convertito, il padre Agostino Trapè, preside dell'Istituto patristico Augustinianum, che ha organizzato il Congresso

 

«Parlare del messaggio agostiniano non è facile, perché è un messaggio molteplice. Io direi così: il messaggio agostiniano si compone dei grandi ideali, per i quali il vescovo d'Ippona visse ed operò. Per riassumere alcuni di questi ideali, direi che vi è anzitutto l'ideale dell'amore per la verità che lo tormentò per tutta la vita: prima della conversione per trovare la verità, dopo la conversione per scrutare, approfondire e possedere la verità. A questo elemento, a questo ideale se ne aggiunge subito un altro, quello della verità dell'amore, cioè di un amore pieno, totale, che occupi ed attiri e unisca tutto l'uomo. L'altro ideale per cui visse e che si trasmette oggi come un messaggio, è l'ideale dell'unità, perché egli lavorò per moltissimi anni per l'unità della Chiesa, concepì nella "ittà di Dio l'ideale dell'unità del genere umano, convinto che nella cattedra dell'unità Dio ha posto la dottrina della verità. Un altro ideale per cui egli visse è l'ideale della pace, di cui parlò molto nella 'Città di Dio, come bene supremo della città terrena, ma insistendo su un elemento oggi estremamente utile, quello cioè, di perseguire la pace: pace, non bello “con la pace, non con la guerra”. Un altro ideale per cui lavorò molto è quello dell'amore sociale, della socialità: amore sociale, la parola è sua, che vinca il nefando amore privato – anche questa parola è sua –, che faccia scoprire la natura dell'uomo e quindi conoscere il contrasto tra la natura ed i vizi che l'opprime; basterà ricordare, e ci ricorderà sicuramente Agostino in questa occasione, il suo grande principio: nessuno è più sociale dell'uomo per natura, ma nessuno è più antisociale dell'uomo per vizio. Occorre, pertanto, riconoscere la natura umana e combattere contro il vizio, perché la natura umana appaia nella sua sublime realtà come Dio l'ha creata e come l'ha arricchita.

 

DISCORSO FINALE (P. Trapè)

 

Eccoci alla chiusura del nostro Congresso. È il momento dei ringraziamenti, delle costatazioni, delle prospettive.

1. Ringraziamenti a Dio che ha ispirato e sostenuto la nostra fatica, ringraziamenti al S. Padre il Papa non solo per la Lettera Apostolica Augustinum Hipponensem ma anche per essere venuto in mezzo a noi e per aver tenuto un discorso programmatico; ringraziamenti all'Ordine Agostiniano e ai Professori dell'Istituto Patristico per aver promosso il Congresso, agli organizzatori, in particolare al Segretario generale e al segretario dell'Augustinianum, i PP. P. Angelo Di Berardino e Alfredo Parra e ai Moderatori, e a tutti voi, egregi Professori che avete sopportato il peso e avete il merito della riuscita del Congresso.

Un ringraziamento cordiale va a quelli ci hanno aiutato nel piano organizzativo e patrocinandone lo svolgimento e rendendolo meno dispendioso.

Voglio nominare esplicitamente la NBA e con essa la Federazione delle Province Agostiniane d’Italia per averne assunto l'onere principale.

 

2. Dopo i ringraziamenti le costatazioni. Queste possono riassumersi a tre:

a) La prima è l'universalità. Siete convenuti qui da molte nazioni (venticinque) e da molte università (oltre 100) quale segno dell'universalità di questo Dottore che ha tanto amato la verità e l'ha tanto illustrata e difesa;

b) la seconda l'amore per S. Agostino. Si sa che il vescovo d'Ippona non ha tutti amici. Alcuni – molti (?) – lo accusano di pessimismo soteriologico a causa delle dottrine del peccato originale e della predestinazione – qualche giudizio negativo è risuonato anche in quest'aula –; altri lo escludono dal campo della filosofia e lo accusano di aver contaminato la teologia col pensiero platonico. Ma qui in tutti i congressisti, pur così diversi per cultura e fede, ha dominato l'amore per questo grande genio dell'umanità! Lo abbiamo visto vivo in mezzo a noi; abbiamo sentito ed espresso il desiderio di conoscerlo meglio e di affrontarne gli strumenti perché ciò avvenga; abbiamo fatto nostro l'auspicio espresso in quest'aula stessa dal S. Padre: che «questo eccelso Dottore… Padre comune della nostra civiltà cristiana, …come ne ha accompagnato il cammino in tutto il secondo millenario e in gran parte del primo, così lo accompagni anche nel terzo». Dall’amore è nato un ambiente di amicizia, non solo umana ma anche cristiana, che è quella di cui ha tanto parlato Agostino

c) La terza costatazione, quella che mi sembra sotto alcuni aspetti la più importante, l'incontro tra professori maturi e giustamente celebri per il loro insegnamento e le loro opere e professori giovani che sono non dirò alle prime armi ma ai primi passi nello studio di S. Agostino. Questo fatto è un grande auspicio di continuità: non siamo soli; altri verranno appresso a noi. Forse vedranno più lontano, ma dovranno pur ricordare questo Congresso nel quale più che a parlare son venuti ad ascoltare.

 

3. Dopo le costatazioni, le prospettive:

a) La prima è la pubblicazione degli  Atti. Vogliamo farlo presto. Vi prego, pertanto, di lasciare alla segreteria i vostri elaborati o d'inviarli non oltre il 15 dicembre p.v. Ci dispiace molto di doverli pubblicare senza alcuni dei vostri contributi. Sarebbe davvero un peccato. Per avere un panorama di quanto abbiamo detto in questi giorni e farne un punto di partenza per nuovi studi occorre avere a disposizione tutti gli Atti.

b) La seconda prospettiva è la fondazione di una Accademia Agostiniana, per spronare, continuare, coordinare col vostro concorso gli studi agostiniani, sopratutto di filosofia cristiana, maturando così i frutti della semente che in questi giorni avete – lasciatemi dire: abbiamo – gettato tanto generosamente o altri getteranno nei prossimi incontri.

c) La terza è che il nostro Istituto Patristico attraverso lo studio dei Padri intensifichi lo studio della Tradizione, di cui il nostro Dottore fu tanto rispettoso, perché il suo pensiero appaia nella vera luce, che è quella della Tradizione. Uno degli errori più gravi della interpretazione del pensiero agostiniano è quello di dimenticare in quale contesto ecclesiale e tradizionale esso è sorto.

 

Detto questo non mi resta che chiedere al Superiore dell'Ordine, moderatore di questo Istituto, che ha fatto del tutto per accogliervi nel migliore dei modi – e se fossimo incorsi in qualche mancanza di ospitalità e di riguardo vorrete scusarci –, di dichiarare chiuso il nostro Congresso.

 

N.B. Per leggere il discorso del Papa e l’articolo di Trapè nel Congresso cliccare qui:

discorso_santo_padre.pdf

Discorso del Santo Padre
(0,42 MB)

liberta_e_grazia.pdf

Lebertà e grazia
(0,79 MB)

 
   

top^