Figlio e seguace di Sant'Agostino

 

Agostino è filosofo, teologo, mistico e poeta insieme; e tutto ciò in grado eminente. Queste altissime qualità si completano a vicenda e creano un fascino a cui è difficile resistere. E' un filosofo, ma non un freddo pensatore; è un teologo, ma anche un maestro di vita spirituale; è un mistico, ma anche un pastore; è un poeta ma anche un polemista. Ognuno perciò trova in lui qualcosa che lo attira e lo stupisce: o l'altezza delle intuizioni metafisiche, o la ricchezza e l'abbondanza delle dimostrazioni teologiche, o la forza e l'efficacia della sintesi, o la profondità psicologica delle ascensioni spirituali, o la ricchezza della fantasia, della sensibilità, dell'ardore mistico...

Agostino è  un maestro umile e discreto; che non si dàa arie, che non si sente superiore agli altri, perché considera la verità un bene comune di tutti, che non si limita ad esporre le sue faticose esperienze, che esorta tutti a farsi discepoli dell'unico Maestro affinché non si abbia bisogno di altri maestri...

L'Agostino perennemente attuale è l'Agostino della filosofia cristiana: dell'internum-aeternum, che richiama all'interiorità e fonda la trascendenza; dell'uomo abisso profondo e immagine di Dio, che da Dio ha l'essere, la conoscenza, l'amore, doni che solo in Dio può custodire; dell'uomo fragile e peccatore che anela alla libertà e alla salvezza che solo Cristo può dare; delle relazioni tra tempo e eternità, la ragione e la fede, la natura e la grazia, contemplate in una visione di sintesi che unisce i due poli senza confonderli; della Città di Dio, che, fondata sull'amore sociale, è universale per sua natura...

L'Agostino perenne è l'Agostino della grande teologia: la teologia della Trinità, della Redenzione, della grazia, del Christus totus della storia; è l'Agostino del sapiente metodo teologico, che unisce insieme l'ardente desiderio di capire e la ferma adesione all'autorità della fede, il senso vivo del mistero e l'orientamento costante della scienza alla carità; è l'Agostino dalla profonda esperienza religiosa, che sa suggerire la voce della preghiera, sa comunicare il fremito dell'amore, sa dire le parole della speranza.

In realtà Agostino è il grande pensatore che ha costruito sintesi grandiose e profonde sulle quali, poi, come su binari sicuri, si è mossa la cultura occidentale.

Ricordo alcune coppie di termini, apparentemente opposti ma necessariamente uniti, che servono a costruire quelle grandi sintesi.

 

1. Ragione e fede. Agostino ebbe il torto, a 19 anni, di impostare male le relazioni di questi due termini: ne fece un dilemma e scelse uno dei termini, scelse la ragione contro la fede; ebbe poi il merito, dopo molti anni di ricerca, di accorgersi che si trattava non di un dilemma ma di un binomio, i cui termini dovevano essere tenuti strettamente insieme; infine lo studio appassionato e l'approfondimento di questo binomio lo indussero a intuire, e a ridire spesso, che i due termini sono l'uno nell'altro. Se la ragione non può fare a meno della fede, la fede non può fare a meno della ragione. Infatti credere non è altro che un pensare cum assensione: in altre parole, una fede senza ragione non sarebbe fede (De praed sanct.  2, 5). Parole che scrive in una delle ultime opere, quasi a testamento della sintesi faticosamente costruita. I due versanti della sintesi vengono espressi bellamente con i due ben noti precetti: Credi per comprendere e comprendi per credere (Serm. 43, 9).

La soluzione agostiniana del grande problema delle relazioni tra ragione e fede – un problema che attraversa, volere o no, ogni cultura – poggia sull'esaltazione di due primati, quello temporale della fede e quello assoluto della ragione. Parlando dell'autorità, a cui si aderisce per fede, e della ragione, che intuisce la verità, in una delle prime opere, quando comincia appunto l'approfondimento del problema, scrive: In ordine di tempo viene prima l'autorità, in ordine d'importanza viene prima la ragione (De ord. 2, 9. 26). Luminosa distinzione, come si vede, che permette alla linea dottrinale del vescovo d'Ippona di passare incolume tra gli scogli opposti del fideismo e del razionalismo, unendo insieme, senza confonderli, gli apporti della ragione e della fede: della ragione, che non perde il suo primato in ordine alla conoscenza della verità; della fede, che mantiene anch'essa il suo primato, ma temporale, non assoluto.
   Quando questi due primati sono stati separati l'uno dall'altro, o assolutizzando il secondo, quello della fede, o lasciando solo il primo, quello della ragione, la cultura ha imboccato filoni diversi, giungendo a conclusioni anch'esse molto diverse.

In ogni caso è sempre istruttivo e stimolante vedere come il vescovo d'Ippona li ha tenuti insieme dimostrandone le mutue esigenze e il radicamento nella struttura dello spirito umano.

Come emblema dei due primati, temporale l'uno, assoluto l'altro, si possono prendere due opere agostiniane: Utilità del credere e La vera religione, due opere che purtroppo non sono ancora uscite nella nostra edizione (NBA). Dal che si dimostra che non sono profeta. Se lo fossi stato, avrei previsto di venire qui, questa sera, e le avrei fatti uscire in tempo, almeno nella PBA, piccolo vigneto che è nato dalla grande; le avrei fatti uscire, dico, per la soddisfazione di presentarvele. Sono veramente interessanti: l'una, Utilità del credere, è l'ultima opera che Agostino ha scritto da laico; l'altra, La vera religione, la prima che ha scritto da chierico. Momenti diversi, disposizioni diverse, interessi diversi, ma dominati sempre dallo stesso intento, quello di mostrare la simbiosi tra la ragione e la fede o, per usare un'espressione agostiniana, la via mediana della verità: né la fede senza la ragione: comprendi per credere, né la ragione senza la fede: credi per comprendere (Serm. 43, 9). Del resto la fede senza la ragione non sarebbe fede (De praed. sanct. 2, 5).

 

2. Dio e l'uomo. E' l'altro grande binomio che il vescovo d'Ippona non ha mai separato e alla cui conoscenza ha ricondotto tutto l'umano sapere. In una delle sue prime opere, i Soliloqui, scritta nelle vicinanze di Milano, a Cassiciaco, scrive: «Che cosa vuoi conoscere? Dio e l'uomo. Niente più? Niente più (Solil. 1, 2. 7). Se ha detto cose stupende su Dio, altrettanto stupende le ha dette sull'uomo. Agostino ha pensato a Dio in ordine all'uomo e secondo la forma triadica che l'uomo possiede: Dio è la causa dell'essere, la luce del conoscere, la fonte dell'amore. E ha pensato all'uomo in ordine a Dio: l'uomo, perché immagine di Dio, è capace di Dio e bisognoso di Dio. Parole profondissime che ci danno la più eccelsa nozione dell'uomo: capace di Dio perché è un essere finito fatto per l'infinito; bisognoso di Dio perché Dio non è solo causa del suo essere, ma anche luce del suo conoscere e oggetto della sua beatitudine. Chi non ricorda le parole con le quali comincia l'opera immensa delle Confessioni? Dell'uomo ha scrutato le profondità abissali – il grande abisso – ma ha illustrato anche la grave problematicità, il grande problema. Questo propone una domanda e impone quindi la ricerca di una risposta, per cui la filosofia non può fare opera più sapiente che rimandare a Cristo. Questo inserimento del Cristo nel problema o, per dir meglio, nei problemi esistenziali e ineludibili dell'uomo è uno degli aspetti più profondi e moderni del pensiero agostiniano. Egli dimostra in tante sue opere che solo in Dio trovano soluzione i problemi dell'uomo. Ma a Dio non si giunge se non per mezzo di Cristo.

 

3. Libertà e grazia. E' il terzo binomio, che nasce da quella profonda problematicità dell'uomo e su cui Agostino gettò tanta luce d'intelligibilità. Egli difese con molto equilibrio l'uno e l'altro termine: il primo per render conto della grandezza dell'uomo, il secondo per render conto della sua fragilità e per porvi rimedio. Difese la libertà umana contro ogni forma di fatalismo: manicheo, astrologico, filosofico, teologico; distinse tra libertà di scelta e libertà dal male (libertà cristiana): sostenne che la grazia dona la libertà dal male senza togliere la libertà di scelta, dimostrò che essa conduce l'uomo allo stato beato quando, libero da ogni male, non potrà volere che il bene. L'uomo passa così dalla libertà minore alla libertà maggiore.

Lo so che la sintesi agostiniana è stata interpretata lungo i secoli in modo molto diverso. Basti ricordare il luteranesimo, il calvinismo, il giansenismo. Qui si vuole soltanto dire che la sintesi agostiniana è entrata nei tessuti del pensiero occidentale e che giova ricercarla nelle opere del maestro per ritrovarla nella sua genuinità e nel suo equilibrio.

 

4. Verità e amore. Altra sintesi che ha per base due termini che non si possono separare e che Agostino non ha mai separato. Scrutando nell'abisso dell'interiorità umana, dove abita la verità – la verità abita nell'uomo interiore – , scopre che l'uomo conosce ed ama; il suo verbo  –  quello che dice interiormente pensando, il verbo che non ha lingua  –  gli è unito tramite l'amore. E poiché ama la conoscenza e conosce l'amore, il verbo è nell'amore e l'amore nel verbo e tutti e due nello spirito che ama e dice il verbo (De Trin. 9, 10. 15), il quale altro non è che conoscenza amorosa.

E' facile capire come Agostino abbia parlato sempre della verità animata dall'amore e dell'amore illuminato dalla verità. Né intellettualismo, né volontarismo, ma simbiosi dell'uno e dell'altro per la compresenza dell'atto teorico e dell'atto volontario. Egli pertanto poteva dire, senza paura di essere frainteso: Ama e fa' quel che vuoi.

 

5. Amore privato e amore sociale. Per terminare, lasciatemi fare un accenno su un altro binomio, che serve ad Agostino per creare un'altra celebre sintesi, la sintesi delle due città. Si sa che l'autore della Città di Dio narra la storia dell'umanità raccogliendola in due città: la città dei giusti e la città degli iniqui. Le due città sono fondate su due amori, che sono appunto l'amore privato e l'amore sociale, cioè su egoismo e carità. Per questa riduzione delle due città a due amori, privato e sociale, egli può enunciare questo solenne principio: Nessuno più sociale dell'uomo per natura, nessuno più incline alla discordia o antisociale per vizio (De civ. Dei 12, 27). E il vizio è appunto l'amore privato, che chiude l'uomo in se stesso, cioè l'egoismo.

 

Sono questi binomi i grandi binari su cui si è mossa la cultura occidentale. E' utile tornare alle fonti e vedere come li ha impostati e risolti una grande mente che si sentiva la vocazione del pensatore ma che accettò per obbedienza il compito di pastore, e pastore per di più di una piccola diocesi africana.

Brevi accenni che possono servire, a chi conosce la storia del pensiero occidentale, a ritrovarvi la presenza e l'influsso del pensiero agostiniano: dai tempi di S. Tommaso e S. Bonaventura  –  due grandi interpreti, anche se in misura diversa, dell'agostinismo  –  fino ai giorni nostri.

Per riferirmi al pensiero contemporaneo, se anche si volesse prescindere dagli influssi di Pascal e di Kierkegaard  –  notoriamente debitore del pensiero agostiniano il primo, meno notoriamente ma non meno realmente il secondo  – , non si può non constatare che alcune forme di esistenzialismo, lo spiritualismo di Bergson, Le Senne, Lavelle, Blondel, Sciacca, Guzzo, Carlini, Stefanini  –  per fare solo alcuni nomi  – , il personalismo di Mounier, il problema dei valori dello Scheler, la corrente neo-scolastica e quella neo-agostiniana, tutti si richiamano su argomenti non secondari ad Agostino.

Ma Agostino, pur presente in molti rivoli, si trova nella sua interezza nella fonte, cioè nei suoi scritti. Egli può aiutarci, meglio di ogni altro, a risolvere i nostri problemi, che sono molti e gravi, ma non sono più gravi né più numerosi di quelli che tormentarono l'epoca sua, un'epoca di profonde trasformazioni e di difficili passaggi da un mondo a un altro.

Sono problemi filosofici, teologici, spirituali, sociali, politici.

Ecco perché abbiamo voluto mettere a disposizione di tutti, prescindendo dalle loro convinzioni e dalla loro fede religiosa, le opere agostiniane.

Vorrei aggiungere, se me lo consentite, che Agostino interessa come uomo, per i suoi errori e le sue conquiste, il suo vagare lontano dalla fede cattolica e il suo ritorno a questa fede, la sua conversione e le decisioni che l'accompagnarono, il suo servizio alla verità ritrovata, alla giustizia (che pose a fondamento della vita sociale), alla pace (di cui diede la splendida nota definizione), al bene di tutti gli uomini anelanti a quella città, come egli spiega, dove la vittoria è verità, dove la dignità è santità, dove la pace è felicità, dove la vita è eternità (De civ. Dei 2, 29. 2): quattro stupende equazioni che rivelano l'uomo Agostino e l'animo di tutti gli uomini pensosi di sé. Ora questa figura singolare di pensatore, di pastore, di teologo, di mistico, di poeta  –  Agostino è anche questo  –  si scopre nei suoi scritti, dove, come dice il primo biografo, l'amico e discepolo Possidio, i posteri lo trovano sempre vivo.

 

Mi rivolgo soprattutto ai giovani, perché essi, a mio avviso, sono particolarmente interessati al discorso agostiniano; lo sono per una specie di somiglianza che mi pare di scorgere tra i loro sentimenti e i sentimenti del Vescovo d'Ippona che ebbe un animo profondamente sensibile, sempre aperto a tutti i valori divini e umani... A questi giovani io dico: meditate... Agostino una, due tre volte; e troverete l'animo di Agostino, che amò immensamente i giovani, che fu sempre buono e generoso con loro, che a loro volle soprattutto insegnare il segreto di conservare perennemente la giovinezza dello spirito; vi troverete ciò che amate, ciò che sapete di amare, e fors'anche ciò che amate senza saperlo.

 

Si può osservare che la conversione di Agostino fu la di un grande pensatore che amo perdutamente la verità e volle possedere ad ogni costo la verità dell'amore. C'erano in lui due profonde realtà: quella del pensiero, che non si placa se non è baciato dal vero, e quella del cuore, che non ha requie se non trova l'oggetto del suo amore, ma non vuole amare per se stesso ciò che per se stesso non dev'essere amato.

 

Questo libro non è stato scritto per far conoscere il vescovo d'Ippona, ma per farlo amare. Si sa che nessuno può amare ciò che non conosce, ma c'è una duplice conoscenza: quella fine a se stessa, che termina con il raggiungimento della verità e il godimento intellettuale che questa procura, e una conoscenza che tende a perfezionarsi nell'amore.

Non già che l'amore non sia fonte di conoscenza: lo è e in modo altissimo...Io vorrei scegliere questa via mostrando come l'amore forte, appassionato, abbia condotto Agostino alla conoscenza luminosa della verità...

Chi volesse dare di Agostino una sintesi in chiave filosofica dovrebbe cominciare dal principio della interiorità... Ma chi volesse darne una sintesi in chiave soprattutto teologico-mistica deve necessariamente vedere al centro di tutto Dio-Trinità.

Agostino amò appassionatamente il Cristo, ne difese la personalità e l'azione con energia e continuità, e vide nel Cristo la risposta a tutti i nostri bisogni. Lo vede come centro della fede...della pietà...della teologia, perché è la nostra sapienza e la nostra scienza e, siccome si va alla sapienza per mezzo della scienza, si va a Cristo per mezzo di Cristo. Egli è il centro della filosofia, perché molti dei grandi problemi che il pensiero umano pone, e a cui non sa rispondere, non hanno altra soluzione se non in Cristo.

Il lettore che non fosse abituato ai ragionamenti filosofici non si spaventi. Agostino è filosofo, ma non è solo filosofo. Egli passa con estrema facilità dalla filosofia alla teologia e da questa alla dottrina spirituale.

 

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Intervista al P. Trapè

(Siamo oggi alla vigilia del sedicesimo centenario della conversione di S. Agostino al cristianesimo e noi vi proponiamo di ascoltare un colloquio del nostro Padre Carlo Cremona con un agostiniano che per 45 anni ha studiato le opere di S. Agostino e ne ha scritto la vita, si chiama Padre Agostino Trapè)

 

Cremona - Caro Padre Trapè, tu sei stato festeggiato per i tuoi 70 anni di età e per i tuoi 45 trascorsi nello studio di S. Agostino. Non ti domando se sei soddisfatto della tua vita, ti domando se sei soddisfatto di aver lavorato con S. Agostino.

Trapè - Ecco, la risposta è semplice: Sono molto soddisfatto e la ragione è anche per me semplice: perché ho lavorato su S. Agostino e non per S. Agostino; ho lavorato su S. Agostino guardando alla Chiesa, cercando di illustrare gli argomenti approfonditi da S. Agostino e poi ripresi ed insegnati dalla teologia, dalla filosofia lungo i secoli.

C. - Tu hai anche iniziato un colloquio tra S. Agostino e i giovani: è possibile che i giovani si accostino ad un uomo dottrinalmente così difficile come S. Agostino?

T. - Si, ma S. Agostino è anche uomo, è un grande uomo, che ha il senso profondo e possiede in modo profondo l'umanità. E' un uomo che ha amato, un uomo che ha sbagliato, un uomo che ha cercato ansiosamente, un uomo che ha pagato i suoi errori e che è ritornato alla verità dopo tanti sforzi e tanti sacrifici.

C. - Hai detto che S. Agostino ha sbagliato: i giovani di oggi si riconoscono negli sbagli di S. Agostino?

T. - Non vorrei dare un giudizio che non rispondesse alla realtà. Posso dire due cose: S. Agostino ha sbagliato sul piano affettivo e qui forse i giovani potrebbero ritrovarsi; ecco, e ha sbagliato sul piano teorico della fede e qui molti giovani potrebbero riconoscersi nell'errore di S. Agostino, tanto più che l'errore di S. Agostino è nato soprattutto dal sentimento del razionalismo Una cosa particolare degna di nota, S. Agostino non ha abbandonato il Cristo, cioè non ha pensato mai di abbandonare il Cristo, ma ha abbandonato consapevolmente la Chiesa. Ecco, forse molti giovani potrebbero ritrovarsi anche su questo terzo aspetto.

C. - Hai svolto lungamente attività di apostolato tra i giovani: hai qualche episodio di qualche giovane - forse sarà anche faticoso ricordare -, ma hai qualche episodio particolare di qualche giovane che si è confidato a te e si è rimesso sulla scia di S. Agostino?

T. - Beh, adesso non ricordo con tutti i particolari e quindi non voglio dire più di quello che ricordo; ho incontrato giovani che si sono innamorati di S. Agostino, che hanno cominciato a leggere S. Agostino e che hanno ritrovato l'orientamento della fede cattolica e della filosofia cristiana attraverso lo studio di S. Agostino.

C. - Questi erano giovani iniziati già alla cultura, quindi studenti, universitari, oppure qualche volta anche giovani che non avevano questa preparazione?

T. – Direi: i giovani che ho accostato io sono i giovani della cultura, perché questo è stato il mio campo di apostolato, però l'altro campo, cioè quelli che non hanno una cultura, possono trovare S. Agostino Maestro di vita cristiana, e spesso lo trovano come dimostra il fatto che leggono con avidità, per esempio, i Discorsi di S. Agostino, che sono molto semplici, molto analitici.

C. - Quale esempio, per il popolo di oggi, è più facile seguire, parlo di uomini, parlo di donne: l'esempio di Monica che fu la madre di Agostino o l'esempio di Agostino che fu il figlio di Monica?

T. - Eh, certo, l'esempio di Monica è stato un esempio difficile, che richiede fortezza di fede e generosità di animo: carattere direi tetragono, quindi è difficile essere una santa Monica. L'esempio di S. Agostino è più facile nei suoi traviamenti: a 19 anni si è convinto che certe dottrine della chiesa cattolica erano delle favole ed ha abbandonato la fede cattolica che ha poi ritrovato faticosamente dopo 14 anni.

C. - Ecco, come ti spieghi che S. Agostino sia stato aiutato nel ritrovare la via della verità da un pagano, per esempio Cicerone?

T. - Si tratta di capirsi: Cicerone gli ha inoculato nell'animo l'amore per la sapienza. S. Agostino ha letto Cicerone in chiave cristiana, quindi ci ha trovato più di quello che c'era e ci ha trovato il concetto della sapienza che è Dio e della beatitudine che si raggiunge solo raggiungendo Dio. Ha trovato più di quello che c'era, ma è stata l'occasione propizia per capire questo punto fondamentale, come l'altro punto fondamentale glielo ha suggerito un altro filosofo pagano che è Plotino. Plotino gli ha insegnato come si possa passare dal mondo del sensibile al mondo dell'intelligibile perché nel mondo del sensibile si resta prigionieri del materialismo, solo elevandosi oltre il sensibile ed intuendo l'intelligibile, come dice nelle Confessioni S. Agostino (Confess. 7,10,16, e sarebbe bene che i giovani leggessero quel capitolo o almeno quel paragrafo) Plotino gli ha insegnato come ci si possa elevare dal sensibile all'intelligibile.

Ma né Cicerone né Plotino gli hanno insegnato la strada di arrivare a Dio; solo quando ha riconosciuto, leggendo S. Paolo che la via unica per arrivare a Dio è Cristo e che Cristo lo si trova soltanto nella chiesa cattolica, allora è tornato ad essere cattolico, allora si è chiuso il cerchio. Cercava la verità e la verità è intelligibile, spirituale: per arrivarci ci vuole il mediatore, e il mediatore è Cristo…

 

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Disponibile su questo sito, realizzato da Agostino Trapè:

 

a) Studi generali e particolari su S. Agostino

    • Agostino Aurelio, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1962, I, 428-596.
    • Il pensiero di Sant’Agostino [sul tema: Il rapporto vescovo - presbiterio], Orientamenti pastorali (1969), 9-13.
    • Sant’Agostino contestatore, Rivista diocesana di Roma, 3-4 (1972), pp. 478-482.
    • Un S. Agostino della storia? A proposito di una «biografia», Augustinianum 12 (1972), 341-349.
    • Agostino, S., in Dizionario Enciclopedico di Spiritualità, 1, Diretto da E. Ancilli. Ed. Studium. Roma 1975, pp. 49-59. (Trad. spagnola, Barcelona 1987, vol. I, pp. 64-74).
    • S.Agostino, l’uomo, il pastore, il mistico, Fossano 1976; Roma 2002, 440 pp. [Trad. spagnola, Buenos Aires 1984; tedesca, München 1984; Polacca, Warzawa 1984; inglese, New York 1986; francese,Paris 1988; ungherese, Budapest 1987.
    • S. Agostino, in Patrologia III, Casale Monferrato 1978, pp. 322-434 [trad. spagnola, Madrid 1981, pp. 405-553].
    • «Allocutio a Praeside, P. Agostino Trapè, Summo Pontifici in Instituto Patristico “Augustinianum” eadem die facta (Roma, 7 maggio 1982)», in Acta Ordinis 27 (1982), pp. 44-46. Agostino d’Ippona, in Dizionario patristico e di antichità cristiana, Casale Monferrato 1983, I, pp. 91-104. (Trad. spagnola. Ed. Sígueme. Salamanca 1992, vol. II, pp. 1728-1730).
    • «Litterae P. Agostino Trapè, Prv. Pic., Praesidis Instituti Patristici “Augustinianum”, ad Priorem Generalem, de XVI centenario a conversione Sancti Augustini, anno 1986 celebrando, missae (Roma, 2 gennaio 1983)», in Acta Ordinis 29 (1984), pp. 15-16.
    • La conversione di S. Agostino, Urbania (PS) 1985.
    • Centenario della conversione di Sant’Agostino: Da Ippona ad Aquino, in Doctor communis, 39 (1986), pp. 267-281.
    • «Prolusione di P. Agostino Trapè, Preside del’Istituto Patristico “Augustinianum”», in Congresso Internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione. Roma 15-20 sett. 1986. (Studia Ephemeridis Augustinianum 24). Institutum Patristicum Augustinianum. Roma 1987, vol. I, pp. 21-24.
    • Introduzione e commento alla Lettera apostolica «Hipponensem episcopum», Roma 1988.

b) Introduzioni alle Opere di S. Agostino (Collane NBA + PBA)

    • Introduzione, in S.Agostino, La Trinità, NBA IV, Roma 1973, pp. VII-LXV.
    • Introduzione, in S. Agostino, Le Confessioni, NBA I, Roma 1975, 61993, pp. ix-cxxi.
    • Introduzione, in S.Agostino, I Dialoghi, NBA III/2, Roma 1976, pp. vii-xxv.
    • Introduzione teologica, in S. Agostino, La Città di Dio, NBA V/1, Roma 1978, pp. ix-xcviii.
    • Introduzione, in S. Agostino, Matrimonio e verginità, NBA VII/1, Roma 1978, pp. ix-xcviii.
    • Introduzione, in S. Agostino, Natura e grazia I, NBA XVII/1, Roma 1981, pp. vii-cxcix.
    • Introduzione, in S. Agostino, Natura e grazia II, NBA XVII/2, Roma 1981, pp. 9-20, 125-133, 271-286.
    • Introduzione, in S. Agostino, Grazia e libertà, NBA xx, Roma 1987, pp. vii-cciv.
    • Introduzione, in S. Agostino, Città di Dio II, NBA V/2, Roma 1987, pp. 7-57.
    • Introduzione, in S. Agostino, La Regola, Milano 1971-Roma 19963, PBA [trad. spagnola, Madrid 1978; francese, Bégrolles-en Mauges 1993], pp. 7-49.
    • Introduzione, in S. Agostino, La dignità del matrimonio, NBA VII/1, Roma 1978, pp.3-7.
    • Introduzione, in S. Agostino, La santa verginità, NBA VII/1, Roma 1978, pp.67-71.
    • Introduzione, in S. Agostino, La dignità dello stato vedovile, NBA VII/1, Roma 1978, pp.163-166.
    • Introduzione, in S. Agostino, I connubi adulterini, NBA VII/1, Roma 1978, pp. 223-227.
    • Introduzione, in S. Agostino, La continenza, NBA VII/1, Roma 1978, pp.321-323.
    • Introduzione, in S. Agostino, Il castigo e il perdono dei peccati e il battesimo dei bambini,,NBA XVII/1, Roma 1981, pp. 3-14.
    • Introduzione, in S. Agostino, Lo spirito e la lettera, NBA XVII/1, Roma 1981, pp. 243-252.
    • Introduzione, in S. Agostino, La natura e la grazia, NBA XVII/1, Roma 1981, pp. 367-378.
    • Introduzione, in S. Agostino, La perfezione della giustizia dell’uomo, NBA XVII/1, Roma 1981, pp. 367-378.
    • Introduzione, in S. Agostino, Gli atti di Pelagio, NBA XVII/2, Roma 1981, pp. 9-20.
    • Introduzione, in S. Agostino, La grazia di Cristo e il peccato originale, NBA XVII/2, Roma 1981, pp. 125-133.
    • Introduzione, in S. Agostino, L’anima e la sua origine, NBA XVII/2, Roma 1981, pp. 271-286.
    • Introduzione, in S. Agostino, La grazia e il libero arbitrio, NBA xx, Roma 1987, pp. 3-17.
    • Introduzione, in S. Agostino, La correzione e la grazia, NBA xx, Roma 1987, pp. 99-113.
    • Introduzione, in S. Agostino, La predestinazione dei Santi, NBA xx, Roma 1987, pp. 193-210.
    • Introduzione, in S. Agostino, Il dono della perseveranza, NBA xx, Roma 1987, pp. 210-219.
    • Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Agostino d’Ippona nel XVI centenario della conversione di S. Agostino. Commento di Agostino Trapè, PBA 0, Roma 1988, 182 pp.
    • Introduzione, in S. Agostino, La verginità consacrata, PBA 1, Roma 1982, 21987, pp. 7-79.
    • Introduzione, in S. Agostino, La dignità del matrimonio, PBA 2, Roma 1982, 21991, pp. 5-85.
    • Introduzione, in Sant’Agostino, Mia Madre: introduzione e note, PBA 3, Roma 1983, 71995 [trad. tedesca, München 1984].
    • Introduzione, in S. Agostino, Maria «Dignitas terrae», PBA 12, Roma 1988, 21995, pp. 7-69.
    • Introduzione, in S. Agostino, La Preghiera - Lettera a Proba e Commento al Padre Nostro, PBA 22, Roma 1995, pp. 7-50.

c) Filosofia

    • Introduzione a S. Agostino e le grandi correnti della filosofia contemporanea. Atti del congresso Italiano di filosofia Agostiniana, Roma 20-23 ottobre 1954. Tolentino 1956, pp. X-XVI.
    • La nozione del mutabile e dell’immutabile secondo Sant’Agostino [Quaderni della Cattedra Agostiniana 1], Tolentino 1959.
    • L’azione educativa di S. Agostino, in S. Agostino educatore. Atti della Settimana agostiniana Pavese 1970, Pavia 1971, pp. 19-39.
    • Varro et Augustinus praecipui humanitatis cultores, Latinitas 23 (1975) 13-24.
    • Augustinus et Varro, in Atti del Congresso internazionale di studi varroniani, Rieti 1976, pp. 553-563.
    • Escatologia e antiplatonismo di Sant’Agostino, Augustinianum 18 (1978), 237-244.
    • S. Agostino filosofo e teologo dell’uomo, Bollettino dell’Istituto di filosofia, Università di Macerata, anno accademico 1978-1979, pp. 89-104.
    • S. Agostino: L’ineffabilità di Dio, in AA. VV. «La ricerca di Dio nelle religioni», EMI, Bologna 1980.
    • La Aeterni Patris e la filosofia cristiana di S. Agostino, in Atti del VIII Congresso Tomistico internazionale, Roma 1981, I, pp. 201-217.
    • S. Agostino: dal mutabile all’immutabile o la filosofia dell’«ipsum esse» ???

 d) Teologia

    • Un caso de nestorianismo prenestoriano en occidente, resuelto por San Agustín, La ciudad de Dios (1943), 45-67.
    • S. Agostino e le correnti teologiche eterodosse, in S.Agostino e le grandi correnti della filosofia contemporanea, Tolentino 1954, pp. 221-255.
    • Un celebre testo di S. Agostino sull’«ignoranza e la difficoltà», in Augustinus Magister II, Paris 1954, pp. 795-803.
    • A proposito di predestinazione: S. Agostino e i suoi critici moderni, Divinitas 7 (1963), pp. 243-284.
    • Verso la riabilitazione del pelagianesimo?,Augustinianum 3 (1963), pp. 428-516.
    • De traditionis relatione ad S. Scripturam apud theologos augustinenses, in De Scriptura et traditione.P. Academia Mariana Internationalis, Roma 1963, pp. 313-325.
    • Le Sedes Petri in S. Agostino, in Miscellanea A. Piolanti II, Roma 1964, pp. 1-19.
    • De notione historiae salutis apud S. Augustinum, in Acta Congressus internationalis de theologia concilii Vaticani II, Romae 1966, Città del Vaticano 1968, pp. 490-498.
    • Il pensiero di Sant’Agostino [sul tema: Il rapporto vescovo - presbiterio], Orientamenti pastorali (1969), pp. 9-13.
    • Bibbia, teologia, mistica e poesia nella predicazione di S. Agostino, Divinitas 24 (1970), pp. 347-361.
    • Itermini «natura» e «persona» nella teologia trinitaria di S. Agostino, Augustinianum 13 (1973), pp. 577-587.
    • Libertà e grazia nella storia della salvezza, in Provvidenza e storia. Atti della Settimana agostiniana Pavese 1972, Pavia 1974, pp. 45-57.
    • Nota sulla processione dello Spirito Santo nella teologia trinitaria di S. Agostino e S. Tommaso, in S.Tommaso. Fonti e riflessi del suo pensiero [Studi Tomistici 1], Roma 1974, pp. 119-125.
    • La Chiesa Milanese e la conversione di S. Agostino, in Ricerche storiche sulla chiesa Ambrosiana IV [Archivio Ambrosiano 24], Milano 1974, pp. 5-24.
    • La contraccezione in S. Agostino, Lateranum 44 (1978), pp. 32-47.
    • Tradux peccati. A proposito di un libro recente, Augustinianum 19 (1979), pp. 531-538.
    • S. Agostino e la catechesi: teoria e prassi, Salesianum 41 (1979), pp. 323-331.
    • La manducazione spirituale nella dottrina eucaristica di S. Agostino, in Parole spirito e vita, EDB 7, Bologna 1980, pp. 232-243.
    • La teologia della storia nel De “civitate Dei” di Sant’Agostino in Matteo Novelli e l’agostinismo politico del 300, Palermo 1983, pp. 1-21.
    • S.Agostino esegeta: teoria e prassi, Lateranum 48 (1982), pp. 224-237.
    • Dibattito Lutero-Seripando, in Humanitas, Brescia 1982.
    • Credo in Spiritum Sanctum, in Atti del Congresso teologico internazionale di pneumatologia, Roma 1982.
    • S. Agostino e la pneumatologia latina, in Atti del Congresso teologico internazionale di pneumatologia, Roma 1982, Città del Vaticano 1982 pp. 229-234.
    • S. Agostino ai neofiti sullo Spirito Santo, in Spirito Santo e catechesi patristica, Roma 1983, pp. 15-21.
    • Peccato originale, in Dizionario patristico e di antichità cristiana. Ed. Marietti. Casale Monferrato 1984, vol. II, col. 2725-2729.
    • La teologia della giustificazione in S. Agostino e in Lutero, in Martin Lutero. Atti del convegno internazionale nel quinto centenario della nascita (1483-1983). Centro Studi Lazio. Roma 1984, pp. 153-170.
    • Libertà e grazia, in Congresso Internazionale su S. Agostino nel XVI centenario della conversione. Roma 15-20 sett. 1986. (Studia Ephemeridis Augustinianum 24). Institutum Patristicum Augustinianum. Roma 1987, vol. I, pp. 189-202.

e) Dottrina spirituale

    • Il temporale e l’eterno nella spiritualità di S. Agostino, Rivista di vita spirituale (1954), pp. 431-452.
    • Scuola teologica e spiritualità nell’Ordine agostiniano, in Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister II, Roma 1956, pp. 5-75.
    • Una pagina gloriosa del monachesimo agostiniano, Vita agostiniana 18 (1956), pp. 25-28.
    • San Agustín y el monacato occidental, La ciudad de Dios 169 (1956), pp. 1-16.
    • Il principio fondamentale della spiritualità agostiniana e la vita monastica, in Sanctus Augustinus vitae spiritualis magister I, Roma 1956, pp. 141.
    • Le Monachisme augustinien a Carthage, in Bulletin Paroissial Augustinien, 14 (1958), pp. 3-6.
    • Il Sacerdote - Uomo di Dio al servizio della Chiesa, Roma 31988
    • Sant’Agostino uomo e maestro di preghiera - Testi scelti, Roma 1995.
    • S. Agostino e la vita eremitica, Vita monastica 14 (1960), 114-121.
    • Santità sacerdotale nella luce del Concilio ecumenico Vaticano II e dei Santi Padri, Milano 1966.
    • S. Agostino maestro di vita religiosa, in Vita religiosa, nov.-dic. 1967.
    • Il sacerdote uomo di Dio e servo della Chiesa, Milano 1968.
    • Comunità ed eucaristia «anima Christi unica», in Fonti del rinnovamento della vita religiosa. Atti del Convegno nazionale USMAI 1970, Roma 1971, pp. 22-31.
    • Amore della verità - dovere dell’amore, in Fonti del rinnovamento della vita religiosa. Atti del Convegno nazionale USMAI 1970, Roma 1971, pp. 32-38.
    • La nostra povertà, in Due anni di vita. Atti degli Incontri e Convegni USMAI 1971-72, Roma 1973, pp. 78-83.
    • Povertà e vita comune nell’ideale agostiniano, Atti degli Incontri e Convegni USMAI 1971-72, Roma 1973, pp. 98-114.
    • Povertà e lavoro nell’ideale agostiniano, Atti degli Incontri e Convegni USMAI 1971-72, Roma 1973, pp. 115-126.
    • Comunità e comunione alla luce dell’ideale agostiniano. Aspetto teologico in Vita comune-comunione di vita. Atti del IV Congresso USMAI 1973, Roma 1974, pp. 53-64.
    • Comunità e comunione alla luce dell’insegnamento agostiniano. Aspetto ascetico, Atti del IV Congresso USMAI 1973, Roma 1974, pp. 65-75.
    • Apostolato: dimensione teologico-ascetica, in Comunità agostiniana-comunità apostolica. Atti del VII Convegno USMAI, Roma 1976, pp. 63-79.
    • Autorità e obbedienza alla «Regola» nell’esperienza agostiniana, Atti del VII Convegno USMAI, Roma 1976, pp. 194-210.
    • Un documento per il tempo postconciliare, in Vivere nella libertà sotto la grazia, Roma 1979, pp. 83-91.
    • Il ruolo di Maria nell’Ordine agostiniano, in Vivere nella libertà sotto la grazia, Roma 1979, pp. 92-97.
    • L’applicazione allo studio: un apostolato nascosto, in Vivere nella libertà sotto la grazia, Roma 1979, pp. 98-106.
    • Motivi di ansia, in Vivere nella libertà sotto la grazia, Roma 1979, pp. 107-114.
    • Giovanni Stone: esempio di libertà cristiana, Ibidem, pp. 115-120.
    • Il carisma agostiniano, in Vivere nella libertà sotto la grazia, Roma 1979, pp. 121-135.
    • La teologia dell’obbedienza in S. Agostino, in Cristo obbediente al Padre. Atti dell’VIII Convegno USMAI, Roma 1980, pp. 75-93.
    • L’obbedienza in S. Agostino in Osservatore Romano (6. 13. 17. 18/9/80).
    • Ricerca di Dio e contemplazione in Pubblicazioni agostiniane, Roma 1981.
    • Agostino, in La mistica. Fenomenologia e riflessione teologica. Ed. Città Nuova. Roma 1984, vol. I, pp. 315-360.
    • Meditiamo con S. Agostino, Urbino 1985, pp. 3-22
    • Sant’Agostino: Il maestro interiore. Testi scelti, introduzione e commenti a cura di p. Agostino Trapè, Ediz. Famiglia cristiana 1987; ediz. Paoline 2/1988.
    • Il sacerdote, uomo di Dio al servizio della Chiesa. Considerazioni patristiche, Roma 1985.
    • «Signore, insegnami...”, in P. Agostino Trapè, O.S.A.. Ed. Città Nuova. Roma 1987, pp. 15-30.
   

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