Servo della Chiesa

 

Si mise a servizio dell’Ordine agostiniano e della Chiesa in numerosi incarichi che gli vennero affidati. Dal 1953 al 1959 fu Assistente generale dell’Ordine per l’Italia e Malta.

Il servizio del P. Trapè alla diocesi di Roma ha trovato in due distinte attività la sua espressione più consona al suo temperamento di studioso e di professore dalla parola facile e convincente.

Nel 1956 fu nominato esaminatore apostolico prosinodale del Vicariato di Roma, succedendo al P. Casamassa. Come esaminatore apostolico sinodale del Vicariato di Roma, si impegnò in prima persona, con l’incarico di moderatore e di revisore dell’opera, alla redazione del Breviarum Theologicum: il sommario teologico, giuridico e pastorale di oltre 350 pagine edito dal Vicariato di Roma (1976), per una adeguata preparazione dei candidati ai ministeri e agli ordini sacri. Egli ne elencò lo schema delle tesi insieme ad un gruppo di studiosi e con una collaborazione sapiente sviluppò lo stesso schema in tesi.

Socio d’Onore dell’Accademia Mariana Internazionale e membro dell’Accademia di S. Tommaso d’Aquino ricevette numerosi alti pubblici riconoscimenti per la sua lunga attività a favore della cultura.

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Del suo servizio fa anche parte l’impegno pastorale dei corsi di predicazione, il triduo di predicazione all’intera Curia Romana dal 20 al 22 aprile 1966. Riportiamo un gradito ringraziamento, a cui fu particolarmente attaccato, dalla Segreteria di Stato:

 

«Adempio il venerato incarico di esprimere, a nome dell’Augusto Pontefice, i sentimenti della Sua viva lode e riconoscenza per il triduo di predicazione, tenuto dalla P. V. Rev.ma in Vaticano, nell’Aula della Benedizione, in preparazione spirituale all’indulgenza giubilare dell’intera Curia Romana.

Sua Santità, a Cui è giunta da più parti l’eco della comune soddisfazione degli Eminentissimi Signori Cardinali, degli Ecc.mi Prelati e degli Officiali dei vari Dicasteri ed Uffici, Le rivolge il Suo grato compiacimento per cotesta fatica di apostolato, venuta ad aggiungersi ai suoi già gravosi impegni nella guida dell’Ordine Agostiniano e nell’insegnamento, e che Ella ha disimpegnato con religioso zelo, con profondità e vastità di dottrina, con incisiva efficacia di eloquio.

Allo scopo di attestarLe la Sua benevolenza per l’apprezzato contributo da Lei prestato alla riuscita del Giubileo Straordinario della Curia Romana, il Santo Padre Le invia in dono l’acclusa medaglia d’oro del Pontificato, mentre di cuore Le imparte la particolare Benedizione Apostolica, propiziatrice dei continui doni del Signore sulla sua provvida attività».

 

La medaglia del Pontefice, che il P. Trapè regalò alla mamma, a cui fu sempre molto affezionato, è stata offerta al santuario del SS. Crocifisso di Mogliano (MC).

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Roma, 29, XII, ’69

 

M. R. Padre,

Mi associo volentieri alla mamma che desidera offrire una medaglia d’oro del pontificato di S.S. Paolo VI al santuario del SS. Crocifisso.

Questa medaglia mi fu offerta dal Sommo Pontefice in occasione di una predicazione in Vaticano ai componenti le Congregazioni Romane, ed io la diedi come ricordo a mia madre, cui dopo Dio andava il merito di quella predicazione.

Ora la mamma vuole offrirla a codesto santuario come un segno di gratitudine al Signore per le tante benedizioni che ha elargito alla nostra famiglia.

Ne sono lietissimo. E non solo per un doveroso sentimento di pietà, ma anche per un caro ricordo dell’infanzia: nato in un’altura, nel comune di Montegiorgio, da dove, affacciandomi alla soglia di casa, potevo vedere di fronte il paese di Mogliano, ho passato la fanciullezza con la visione del santuario del Crocifisso quasi negli occhi e l’eco della devozione, che ispirava ai miei e a quelli del vicinato, nel cuore. Entrato poi nel seminario agostiniano fu un pio religioso di Mogliano – il P. Agostino Gatti – ad essermi maestro e guida amorevole.

Resti dunque questo piccolo dono testimonianza di gratitudine ed insieme di affetto.

Voglia il Signore misericordioso conservare il suo sguardo di bontà sulla mamma e su tutta la famiglia, particolarmente sull’umile sottoscritto, cui ha affidato, in questi anni difficili, un compito ben grave.

 

Ha sempre dedicato molto del suo impegno pastorale alla predicazione e fra gli innumerevoli corsi di esercizi spirituali al Clero e ai Religiosi, ricordiamo: il triduo di predicazione all'intera Curia Romana dal 20 al 22 aprile 1966; il corso di esercizi ai numerosi Vescovi riuniti a La Verna dal 20 al 24 luglio 1967; il quaresimale dettato su invito del Papa a Santa Maria Maggiore; altri corsi di esercizi ai vescovi, ad es. a Bologna, Bari, Triveneto, Milano, ecc.

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Ho dovuto – dico dovuto – predicare gli Esercizi spirituali... al S. Uffizio, in aggiunta a tutto il resto; in ogni modo son contento che S. Agostino sia entrato anche là.

...In quanto a me, come sai, ci si son messi di mezzo quelli del S. Uffizio: dopo gli esercizi mi hanno fatto trovare di fronte allo stelloncino de L’Osservatore Romano. Dicono: onore. Ma io penso al lavoro; e chi ci rimette son sempre io.

   

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